Luglio 2023

Casa Fregonara: i ricordi della famiglia

“Quanta vita tra queste mura che, in futuro, ne accoglieranno altra”.

I ricordi di Guido e Vittorio Fregonara che, con la famiglia, hanno donato l’edificio
in corso Risorgimento ad Anffas Novara per farne una Comunità Alloggio
destinata a undici persone con disabilità e la nuova sede.

Gli occhi di Guido Fregonara brillano, mentre percorre i corridoi e fa capolino nelle stanze di quella che, per tanti anni, è stata la sua casa e che oggi è il cantiere che sta portando alla luce uno spazio destinato a diventare cuore pulsante di Anffas onlus di Novara che comprenderà la nuova sede dell’Associazione e una Comunità Alloggio destinata a undici persone con disabilità. La residenza, sita in corso Risorgimento 193 a Novara è stata donata, nel 2019, all’associazione proprio dalla famiglia Fregonara.

L’edificio principale sarà destinato alla comunità alloggio con undici posti letto e spazi destinati alle attività collettive mentre il secondo edificio, più piccolo, adiacente alla strada, sarà destinato alla nuova sede dell’associazione con uffici e una sala riunioni. Nell’edificio principale, il piano terra comprenderà sala soggiorno/pranzo, palestra, locali per il personale e di servizio (cucina, dispensa, lavanderia e depositi). Al piano primo, invece, è prevista la zona notte nella quale si ricaveranno cinque camere singole e tre camere doppie con i rispettivi servizi e l’ascensore. I fruitori del servizio saranno giovani adulti con disabilità intellettiva.

Sono nato in questa casa nel 1966 – spiega Guido Fregonarae l’ho lasciata nel 1991. Ho trascorso qui tutta la mia infanzia di cui ho bellissimi ricordi. All’epoca questa zona era praticamente campagna, si poteva vivere l’ambiente con pace e tranquillità ed eravamo un po’ il capolinea del bus che girava nella piazzola dietro la casa per ritornare in centro città e che prendevo tutte le mattine, per andare a scuola”.

Una vita, quella racchiusa nello scrigno di Casa Fregonara (al secolo Cascina Cattaneo) suddivisa in due appartamenti: “In uno – prosegue Guido Fregonara viveva mia nonna Giannina (moglie di Mario Fregonara, caduto in Albania nel 1941 e medaglia d’oro al valor militare che ha lasciato la moglie con quattro figli maschi giovanissimi) mentre in quello superiore vivevamo io, i miei genitori Gabriella e Gianfranco e mia sorella Gianna. Fino ai primi anni Settanta, poi, in zone separate, la cascina conteneva anche un piccolo macello e un’attività avicola, con vendita al dettaglio di uova e polli”.

Un piccolo mondo antico, dai colori tutt’altro che sbiaditi: “Mi viene da sorridere – continua – a pensare alla nonna Giannina che, in giardino entrava, sfrecciando, con la sua Fiat 850 per parcheggiarla in uno dei tre garage. Aveva preso la patente a più di 60 anni e il fatto era così insolito che ne avevano scritto anche un articolo sul giornalino dell’ACI. Ricordo ancora quando, tutta orgogliosa, ci disse di aver parcheggiato, per la prima volta, in Piazza Duomo a Novara”.

Ma la storia della Famiglia Fregonara comincia, in questa grande casa, ancor prima: “Qui sono vissuto 5 o 6 anni a partire dal 1957 fino a che non mi sono sposato nel 1964 – spiega Vittorio Fregonara, zio di Guido – anche se l’infanzia l’ho trascorsa con mia mamma e i miei tre fratelli Gianfranco, Carlo e Alberto, a Cascina Grande. Nel 1963, insieme a mio fratello Gianfranco ho aperto un’azienda avicola a Caltignaga che esiste ancora adesso anche se, nel 2010, mio fratello, purtroppo, è mancato. Su un muro di Casa Fregonara campeggia la scritta 1777; chissà, ad esempio, se il tetto del legno è quello originale dell’epoca; ciò che so per certo è che questo luogo racchiude tantissima memoria che, per fortuna, non andrà perduta”.

Con i lavori in corso si è modificata, infatti, la fisionomia della struttura (affinché sia a norma per una comunità alloggio per persone con disabilità) ma il cuore è rimasto lo stesso. Ed è proprio con i piedi nel locale che, un tempo, è stata la sua cameretta che Guido Fregonara spiega perché la sua famiglia abbia deciso di donare la Casa ad Anffas: “Avevamo messo la casa in vendita ma poi – spiega – abbiamo conosciuto Silvia Corona (allora presidente di Anffas Novara) che ci ha raccontato l’organizzazione e ci ha portati a visitare il centro diurno e il centro residenziale. Lì abbiamo incontrato i ragazzi, gli operatori e i volontari e abbiamo toccato con mano non solo la passione ma anche la serietà che sta alla base di questo progetto; così, abbiamo decido di donare la casa ad Anffas. Quando frequentavo le scuole medie, il Centro Giovanile Salesiano organizzava manifestazioni di beneficienza in favore di Anffas quindi il “marchio”, in realtà, lo conoscevo già. Sono certo che anche i miei genitori ne sarebbero felici perché è un modo di dare continuità a un luogo che abbiamo amato molto e che proseguirà nella sua storia”.

Casa Fregonara – spiegano Sabina Bovio e Laura Lazzarotto, rispettivamente Presidente e Direttrice di Anffas onlus di Novaraoffrirà progetti di vita in equilibrio tra i necessari livelli di protezione che consentono di percepire la casa come luogo sicuro e la partecipazione alla realtà della città. Vivere in una residenza è un’esperienza ricca di avvenimenti: gli altri, il mondo esterno, le attività, la scoperta di una dimensione di tempo libero molto più varia e composita rispetto al passato. Fondamentale è la fiducia che si instaura tra chi vive nelle residenze e gli operatori che vi lavorano. Casa Fregonara sarà, quindi, non solo un luogo di cura e assistenza, ma anche e soprattutto un luogo di vita possibile con progetti educativi individualizzati e integrati”.

La Comunità alloggio sarà, infatti, in rete con le attività di tempo libero e di socializzazione svolte sul territorio, in particolare con il gruppo di volontari dedicato formato e sostenuto da tempo dalla stessa Anffas Novara. (Gruppi OASI E GECO).

La casa ha senso se è luogo da cui si genera ed alimenta la socialità, se fa parte di un quartiere, di una comunità. Il rafforzamento delle capacità individuali, anche per le persone con disabilità, diventa possibilità di cittadinanza e di inclusione. La fine dei lavori di ristrutturazione è prevista per la primavera del 2024.

Sul lato più lungo dell’edificio, che guarda verso il cortile si aprono due archi: “Lì c’erano due fienili – chiude Guido Fregonarache poi sono divenuti la mia stanza e quella di mia sorella. E ora diverranno le stanze di altre persone. È giusto ed è bello così. Il futuro si vede anche da queste cose”.

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Causale: Casa Fregonara

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